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Il racconto di Daniele per la Giornata Mondiale Contro la Violenza Sulle Donne

today25 Novembre 2024 27

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Amor che nulla ho amato amor perdona
Mi prese di costui il piacer si forte
Che come vedi ancor non m’abbandona

Iniziamo in questo modo perché oggi è il 25 novembre, Giornata Mondiale Contro la Violenza Sulle Donne e quello di Paolo e Francesca è forse il primo feminicidio che è giunto a noi passando per nientemeno che “La Divina commedia”. Espletare un argomento così importante come la violenza sulle donne in uno spazio così ristretto credo che neanche l’ermetismo di Ungaretti sarebbe sufficiente.

Ma qualcosa possiamo dire.
E lo faccio a modo mio, raccontando una breve storia inventata.

L’amore ci avvolge, ci circonda, viaggia nell’aria, e quando ti prende riesce a far toccare lidi a noi sconosciuti. Così quando vidi quel ragazzo il mio cuore si perse nei suoi occhi, verdi come le praterie irlandesi. Ci frequentammo, all’inizio sporadicamente, poi sempre di più. Lui era dolce e gentile ed io mi sentivo la donna più fortunata del mondo. Il tuffo al cuore ogni volta che lo vedevo, i minuti contati dal momento di vederlo ancora, la maledetta sensazione di sciogliermi in un abbraccio e farci l’amore era come morire.

Poi un giorno, senza un reale motivo, mi diede un ceffone sul viso per una presunta brutta figura che aveva fatto per colpa mia. Rimasi malissimo. Ma capii. E successe ancora, e ancora e ancora. Sempre di più. Quello che non capiva era che la cosa che mi faceva più male non erano le botte prese, ma l’amore distrutto, i sogni infranti, la dignità persa, le bugie dette agli altri che mi vedevano per nascondere la vergogna; il sentirmi stupida perché lo scusavo: mi ama troppo, per questo si comporta così. La vergogna si può nascondere ma ci sono segni che neanche il fard più forte nasconde. Se ne accorsero i miei amici più cari e piano piano riuscii ad allontanarmi da lui. Ma continuava cercarmi, prima con dolcezza, dicendo che aveva capito gli sbagli. Poi con minacce e chiamate a tutte le ore, lettere minatorie. Un giorno mi chiese un ultimo incontro chiarificatore: “Ho delle cose da restituirti e la chiudiamo qui una volta per tutte”.
Andai in segreto, i miei genitori ed i miei amici non volevano.

Ci incontrammo in un parcheggio, un colpo sordo nel petto, proprio nel punto che lui stesso aveva distrutto anni prima: il cuore. L’ultima cosa terrena che vidi fu un cielo con nuvole sparse e pensai che dall’Altra Parte le cose sono sicuramente diverse. Dove gli ignobili non ci sono perché non hanno passato l’esame cui questa vita ci sottopone, i vigliacchi, gli assassini, gli stupratori rimangono al palo in attesa di altro.
Da qui adesso vedevo tutto quello che faceva al mio corpo senza vita, fatto a pezzi e buttato in un pozzo E pensavo: ti prego lasciami almeno in un posto cosìcchè possano portarmi dei fiori nelle notti senza luna. Neanche questo.
Non se ne curò affatto.
La giustizia terrena lo ha preso.
Ma queste cose giustizia vera non hanno.

Questo è un racconto breve, crudo forse per stomaci forti.
Una storia inventata che potrebbe essere quella di una delle tante donne che hanno subito questa sorte. Si parla di un numero di vittime spaventoso. E questo dovrebbe farci riflettere sul perché una società riesce a partorire simili mostruosità, come mai la vita di oggi riesce a darti le peggiori sensazioni ed emozioni negative che mai abbiano maledetto il cuore dell’uomo.
Quella categoria di persone che neanche il diavolo stesso li vuole all’inferno, fanno troppo schifo e le ha risputate qui sulla terra.

Ci sono cose non scritte che vanno fatte e non può essere altrimenti, ossia che l’unica cosa da fare con una ragazza ubriaca e riportarla a casa e lasciarla in mani sicure. Con un amore finito è lasciare andare e prendere l’insegnamento che la vita ci ha voluto dare con quell’esperienza, con una ragazza che magari si sveste ad una festa non è farle foto e video e metterli su internet e rovinarle la vita per un momento di euforia subito. Tutte queste cose si possono racchiudere in una sola parola che i nostri tempi sembrano aver cancellato ed è il rispetto.

La violenza su chi è più debole è solo vigliaccheria.

Daniele Garavini – La Lettera Scarlatta

Scritto da: Rossella Rosselli

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